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Dalla presenza al dialogo, un passo indispensabile per una PA che vuole essere social e partecipata

Le amministrazioni sono lontane dall’utilizzo dei social in funzione dell’interazione e dell’engagement dei cittadini. I cittadini sono il valore aggiunto di ogni ente; creano valore, competenze, soluzioni. I social network devono diventare uno strumento abilitante e facilitatore di un nuovo modo di essere pubblica amministrazione, nonché uno strumento di confronto.

Le nuove tecnologie della comunicazione, oltre ad aprire dibattiti sociologici sull’utilizzo delle stesse, sollevano letture dibattimentali sul tema della partecipazione, che in questo periodo non può e non deve essere considerato distinto e distante da quello della cittadinanza digitale. E dunque il minimo comune multiplo tra partecipazione, cittadinanza digitale, democrazia e nuove tecnologie è certamente il mondo dei social network.

Appurata la necessità che le pubbliche amministrazioni hanno di presidiare la rete e assodate le tecnologie che hanno a disposizione, il passaggio successivo che va fatto è quello di capire che la sola presenza non basta, e che i social network sono lo strumento che più di ogni altro può rompere il muro che separa il diritto di cittadinanza dall’esercizio dello stesso. Partecipazione, cittadinanza e democrazia sono fenomeni connessi da sempre ma i cui legami sono andati allentandosi nel corso degli anni, anche a causa di cambiamenti socio-politici. Oggi questi legami hanno con internet la possibilità di rinsaldarsi, ma affinché ciò avvenga serve che chi utilizza questo strumento abbia le conoscenze e le capacità per farlo.

Con i social network le pubbliche amministrazioni possono finalmente riscoprire l’interazione con i cittadini che, seppur sotto la maschera di un username virtuale, possono tornare ad essere cittadini reali. La strada tracciata dalle nuove tecnologie è dunque finalizzata al dialogo. Alcune amministrazioni, così come si evince dal rapporto annuale ICity Rate 2017 (di cui si troverà un approfondimento nella sezione Focus On), hanno già colto l’importanza di questa strategia. Torino, Bologna e Ferrara sono le città che hanno attivato più canali social, Roma e Milano quelle con più fan e follower.

Il basso rapporto tra following e follower su Twitter e il divario di numeri tra cittadini reali e virtuali indicano che le amministrazioni sono perlopiù lontane dall’utilizzo dei social in funzione dell’interazione e dell’engagement dei cittadini. La comunicazione pubblica digitale che utilizza i social network non può invece essere solamente unidirezionale e asincrona, ma è necessario che diventi quantomeno bidirezionale e sincrona. Per far ciò possono certamente aiutare le nuove tecnologie, ma non si può prescindere da un ulteriore passaggio, questa volta non tecnologico ma culturale.

Le amministrazioni devono essere consapevoli del fatto che i cittadini non sono solamente portatori di problemi o polemiche: i cittadini sono il valore aggiunto di ogni ente; i cittadini creano valore, competenze, soluzioni. Non bastano quindi gli strumenti a portare novità nelle PA, ma serve fare formazione affinché questa convinzione diventi il pane quotidiano degli amministratori.

I social network devono diventare uno strumento abilitante e facilitatore di un nuovo modo di essere pubblica amministrazione, nonché uno strumento di confronto.

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